Dopo giorni di tensione domani si riunirà l’Eurogruppo
- nicoscopelliti
- 22 apr 2020
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Dopo giorni di tensione domani si riunirà l’Eurogruppo. Tra gli argomenti all’ordine del giorno è prevista la discussione di uno stanziamento di 37 miliardi destinati all’Italia per le spese dell’emergenza sanitaria dovuta al codiv-19. All’incontro parteciperà anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. La sua presenza, dopo il via libera del Governo, è indebolita dalle tensioni presenti all’interno della maggioranza e in particolare dalla forte contestazione da parte dell’opposizione, che negli ultimi giorni ha perso però la sua compattezza.
Ma andiamo con ordine.
«L'Italia ha ottenuto una grande vittoria: la possibilità di prendere molti miliardi dall'Unione Europea, circa 37, senza alcuna condizione e senza rinunciare alla sovranità, tutti da spendere per la sanità. Se il Mes sarà questo, senza vincoli - ha detto Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico, rispondendo alle domande di Giovanni Floris, durante la trasmissione televisiva Di Martedì su La 7 - credo dovremo accedere a questi fondi perché non dobbiamo ideologizzare. Chiediamo più aiuto all'Ue e se ci sono cambiamenti perché non dobbiamo valutarli con serenità?».
Ma non tutti all’interno della maggioranza la pensano come il segretario Dem. Alessandro Di Battista, l'ex parlamentare 5Stelle, leader dell'anima movimentista non usa mezze parole: «Proveranno in ogni modo a metterci all’angolo. Ci spingeranno ad indebitarci per poi passare all’incasso, ma noi abbiamo delle carte da giocarci in sede di contrattazione. In primis il fatto che senza l’Italia l’Ue si scioglierebbe come neve al sole. Poi un rapporto privilegiato con Pechino che, piaccia o non piaccia è anche merito del lavoro di Di Maio, ministro dello Sviluppo economico prima e degli Esteri poi».
Le parole di Di Battista non sono piaciute ad alcuni esponenti di punta dei Dem. Il parlamentare Emanuele Fiano, chiede la dissociazione del Movimento 5 Stelle. «Leggo dichiarazioni sul posizionamento dell'Italia nel campo mondiale da parte di Alessandro Di Battista che non sono in alcun modo condivisibili. È impensabile mettere in discussione la nostra scelta europea e l'alleanza atlantica. Mi aspetto che il M5S si dissoci».
Dunque acque agitate nella maggioranza.
L’opposizione, però, non è compatta sulla questione. Silvio Berlusconi, leader indiscusso di Forza Italia, sottolinea al riguardo: «Bisogna partire da una premessa per fare chiarezza sulle polemiche: fu il mio governo nel 2011 a trattare il Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes), questa è verità storica, ma va detta tutta. Occorre aggiungere che il Mes da noi firmato era diverso, aveva gli eurobond che sono poi stati tolti nell'accordo ratificato dal governo Monti. Il Mes non va demonizzato. Non c'è nulla di sbagliato, in linea di principio, nel fatto che i paesi ad economia più solida chiedano garanzie rafforzate per finanziare paesi più a rischio. La cosa sbagliata è che queste garanzie si trasformino in uno strangolamento dell'economia di una nazione già in sofferenza e addirittura in un esproprio della sua sovranità nazionale».
Di parere completamente opposto sono Lega e Fratelli d’Italia. «Chiederei agli italiani i soldi per far ripartire il Paese, non credo a strumenti come il Mes –sottolinea Matteo Salvini, segretario della Lega - Farei un’emissione straordinaria di buoni del tesoro per gli italiani garantiti dal Governo e dalla Bce». Da parte sua Giorgia Meloni, intervenendo alla Camera dei deputati, ha chiesto al Presidente del Consiglio se «a forza di frequentare Xi Jinping si è forse convinto di avere gli stessi poteri?» e ha aggiunto: “Giovedì (23.04.2020) lei si accinge a fare una trattativa con l’Europa e non sente il dovere di chiedere un mandato chiaro al Parlamento Italiano? L'opposizione – ha detto la leader di Fratelli d’Italia – ha chiesto a gran voce un voto del Parlamento sul Mes che purtroppo non ci sarà perché avrebbe fatto emergere tutte le contraddizioni del Governo».
Sorge spontanea una domanda: perché, dunque, non c’è stato un approfondito dibattito in Parlamento su una questione di così decisiva e dirompente per il futuro dell’Italia?
Domani vedremo cosa accadrà.

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